Newsletter 10/2025
NEWSLETTER DELL’OSSERVATORIO DEMENZE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ – n.10/2025
In questo numero presentiamo il tema dell’uso dei flussi sanitari per intercettare il tema della demenza. Un argomento che dovrebbe far riflettere su come, nonostante la validazione di algoritmi, questi non vengono poi utilizzati per la governance del fenomeno. Il contributo successivo propone una prima lettura della bozza della Legge di Bilancio del 2026 per identificare i possibili provvedimenti con ricadute nel settore della demenza. Il terzo contributo si concentra sugli obiettivi di un progetto PNRR coordinato dall’ISS sul tema della ricerca dei meccanismi di azione con i quali i fattori di rischio modificabili contribuiscono all’insorgenza della demenza. Infine, viene presentata una breve rassegna degli studi italiani condotti per identificare i pazienti candidati al trattamento con i nuovi farmaci. Nell’ultima rubrica ricordiamo l’imminente convegno dei CDCD in ISS il 27 e 28 novembre 2025.
(Nicola Vanacore)
Approfondimenti tematici - L'uso dei flussi sanitari per intercettare il fenomeno della demenza
Per pianificare efficacemente i servizi dedicati e definire Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) appropriati, è fondamentale disporre di stime aggiornate e affidabili dei casi di demenza presenti nei diversi territori. Tuttavia, nel nostro Paese non esiste ancora un sistema informativo nazionale integrato dedicato specificamente alle demenze. Le iniziative come la promozione dell’implementazione della cartella clinica informatizzata dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD), avviata con il Fondo per l’Alzheimer e le demenze 2021-2023 (Ancidoni 2025, Report Nazionale), e lo sviluppo di algoritmi validati per l’utilizzo dei sistemi informativi sanitari costituiscono un passo essenziale verso la costruzione di un Sistema Informativo per la Demenza a livello nazionale.
I flussi sanitari correnti (quali ricoveri ospedalieri, prescrizioni farmaceutiche, accessi al pronto soccorso, registri di mortalità, ecc.) rappresentano oggi una fonte preziosa e a basso costo per monitorare il fenomeno in tempi rapidi. L’Italia dispone del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), costituito da un insieme di flussi informativi relativi ad aspetti gestionali, organizzativi ed economici, ma la loro accessibilità e integrazione variano notevolmente tra le regioni. Alcune regioni hanno già sperimentato l’uso di tali flussi per identificare i casi di demenza, con livelli di implementazione e qualità dei dati eterogenei. Per superare tali criticità, nel documento “Linee di indirizzo nazionali sull’uso dei Sistemi Informativi per caratterizzare il fenomeno delle demenze”, sono state fornite delle indicazioni per la costruzione di un algoritmo specifico per la demenza basato su un set minimo di flussi (farmaceutico, ospedaliero, esenzioni, assistenza residenziale e semiresidenziale).
Il progetto CCM 2017 “Sviluppo e validazione di un sistema di monitoraggio epidemiologico delle demenze basato sui dati dei sistemi informativi sanitari” ne ha valutato il grado di accuratezza in quattro regioni italiane, ottenendo una sensibilità del 74,5% e una specificità del 96,0%, ma anche una sottostima dei casi di circa il 60% (Bacigalupo 2021). Esperienze più recenti, come lo studio condotto presso l’AUSL di Modena, hanno dimostrato che integrando un numero maggiore di flussi si può raggiungere un elevato grado di accuratezza, con una sensibilità del 96% e una specificità del 93%, intercettando quasi l’80% dei casi stimati.
Queste evidenze sottolineano l’importanza di integrare il numero più ampio possibile di flussi, ma anche la necessità di validare gli algoritmi utilizzati, garantendo omogeneità e confrontabilità dei dati. Solo attraverso una stima accurata i dati disponibili possono diventare una base solida per orientare le politiche di prevenzione, l’organizzazione dei servizi dedicati alle persone con demenza e il monitoraggio delle azioni implementate secondo i PDTA.
(Flavia Lombardo)
Progetti e piani strategici – Il progetto PNRR PREV-ITA-DEM
Questo studio ipotizza che i fattori di rischio modificabili per l'insorgenza della demenza influenzino i meccanismi neurodegenerativi. Il progetto prende in considerazione una combinazione di diversi paradigmi di ricerca quali l’epidemiologia a livello di popolazione per caratterizzare la distribuzione dei fattori di rischio in diversi territori; l’epidemiologia clinica per caratterizzare la storia naturale di diversi fenotipi; la ricerca su campioni di sangue umano, modelli animali e cellulari e ed infine materiale autoptico di cervelli umani per identificare nuovi meccanismi eziopatogenetici e fisiopatologici.
In particolare, il progetto ha come obiettivo quello di valutare l'ipotesi che i fattori di rischio modificabili associati all'insorgenza della demenza agiscano prima sui meccanismi biologici associati all'invecchiamento come la disfunzione della microglia e dei mitocondri. In particolare, si ipotizza che la demenza di Alzheimer (AD) sporadica possa essere il risultato di patologie legate all'età indipendenti ma intersecate che colpiscono il cervello umano che invecchia e che possono derivare da una combinazione di fattori genetici, stocastici e ambientali. Quanto più questi fattori di rischio saranno compresi, tanto più sarà possibile stratificare la popolazione in base al profilo di rischio per attuare interventi mirati a ritardare l'insorgenza clinica della neurodegenerazione. Per comprendere meglio la patogenesi delle forme neurodegenerative legate all'età, è necessario fare luce su ciò che accade prima dell'accumulo del carico neuropatologico e su ciò che rende il tessuto nervoso resiliente al danno. La rilevanza dei fattori di rischio così come la loro influenza sulla patologia cerebrale dovrebbe essere riconsiderata cambiando la prospettiva dal pattern a-beta/tau alle condizioni biologiche associate all'invecchiamento che agiscono come prerequisiti che favoriscono la patologia AD. Un ruolo chiave potrebbe essere svolto dalla microglia e dai mitocondri, noti per essere influenzati dai fattori di rischio modificabili e dall'invecchiamento.
Il progetto propone un cambio di paradigma per comprendere la patologia dell’AD. Il progetto è coordinato dall’ Istituto Superiore di Sanità con la partecipazione di tre Unità Operative: Fondazione Golgi Cenci, NEUROEPINET costituita da una rete di epidemiologi e neurologi di cinque Regioni italiane (Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale-Lazio; Dipartimento di Epidemiologia, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, Emilia-Romagna; Dipartimento dei Servizi Sanitari e Osservatorio Epidemiologico, Sicilia; Agenzia Regionale Sanitaria della Toscana; Unità di Epidemiologia, ASL TO3) ed Università del Salento.
(Nicola Vanacore)
Notizie dal Fondo Alzheimer e Demenze 2024-26 – Quali risorse nella Legge di Bilancio 2026 per la demenza?
Nella bozza della Legge di Bilancio 2026 diffusa dal Quotidiano Sanità il 20 ottobre è possibile valutare le possibili implicazioni dei provvedimenti sul tema della demenza. All’art- 62 “Rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale” è riportato “Una quota dell’importo di cui al comma 1, pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026, è destinata al finanziamento delle spese per Alzheimer e altre patologie di demenza senile”.
Nella relazione tecnica alla Legge di Bilancio è specificato che “Tale stanziamento è destinato alle regioni al fine di tenere conto delle conseguenze in termini finanziari derivanti da alcuni arresti giurisprudenziali della Corte di Cassazione”.Il riferimento è abbastanza esplicito per il tema delle rette nelle RSA per le quali è in corso un contenzioso giuridico sulla tipologia di prestazione fornita alle persone con demenza (Newsletter 8/2025). Per quanto riguarda la spesa farmaceutica si rileva all’art.77 (“Altre disposizioni in materia di farmaceutica”) che è previsto un aumento del tetto di spesa. Bisognerà comprendere se questo articolo riguarderà anche l’imminente commercializzazione dei nuovi farmaci nella demenza di Alzheimer in relazione al numero massimo di pazienti a carico del SSN che sarà definito dall’AIFA considerando il Fondo farmaci innovativi. Inoltre, all’art. 69 (“Assunzioni personale del ruolo sanitario per il Servizio sanitario nazionale”) è prevista “l’assunzione, da parte delle aziende e degli enti dei rispettivi servizi sanitari regionali, di personale sanitario a tempo indeterminato in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia, nel limite di spesa complessivo di euro 450.000.000 annui a decorrere dall’anno 2026”. Anche in questo caso l’auspicio è che i servizi dedicati alla demenza possano trarne un beneficio. All’art. 53 (“Fondo per le iniziative legislative a sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare”) si legge che è istituito “un Fondo per il finanziamento delle iniziative legislative a sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, con una dotazione di 1,15 milioni di euro per l’anno 2026, di 207 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027”.
Infine, in analogia a quanto potrà auspicabilmente riguardare anche l’aggiornamento del Piano Nazionale delle Demenze in corso, l’art. 64 (Piano nazionale di azioni per la salute mentale - PANSM) prevede “a tutela della salute mentale della persona accompagnandola in tutto il ciclo della propria vita, a decorrere dall’anno 2026 una quota del fabbisogno sanitario nazionale standard, pari a 80 milioni di euro per l’anno 2026, 85 milioni di euro per l’anno 2027, 90 milioni di euro per l’anno 2028 e 30 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029 è destinata all’implementazione e al potenziamento delle strategie e delle azioni per prevenzione, diagnosi, cura e assistenza definite negli Obiettivi del medesimo PANSM 2025-2030”. Ed inoltre “Limitatamente alle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie concernenti l'attuazione delle azioni strategiche di intervento previste nel PANSM 2025-2030, nell’ambito dell’importo di cui al comma 1, è autorizzato l'impiego di una quota pari a 30 milioni di euro annui per l'assunzione a tempo indeterminato di personale dei ruoli sanitario e socio-sanitario da destinare ai Servizi di salute mentale così come intesi nel PANSM”.
(Nicola Vanacore)
News dalla letteratura scientifica – I pazienti candidabili ai nuovi farmaci anti-amiloidei: una stima da dati di letteratura italiani
Sin dall’approvazione del primo anticorpo monoclonale, aducanumab, da parte della Food and Drug Administration (FDA) nel 2021, la comunità scientifica internazionale ha avviato numerose analisi per stimare quanti pazienti potrebbero realmente beneficiare di questi nuovi trattamenti contro la malattia di Alzheimer. Evidenze provenienti da diversi Paesi, inclusa l’Italia, hanno stimato la proporzione di persone potenzialmente eleggibili applicando i criteri utilizzati nei trial clinici o nelle successive raccomandazioni di appropriatezza d’uso.
Una delle prime analisi effettuate nel contesto italiano (Canevelli 2021) è stata condotta su 911 pazienti afferenti a un ambulatorio geriatrico lombardo. Applicando i criteri dei due trial registrativi di aducanumab, solo lo 0,7% dei pazienti è risultato potenzialmente eleggibile. Le principali ragioni di esclusione riguardavano l’età superiore agli 85 anni, l’assenza di un caregiver di riferimento e la presenza di una forma di demenza diversa dall’Alzheimer. Un altro studio, condotto a Brescia (Padovani 2021) su oltre 1.100 persone, ha trovato risultati differenti: tra i soggetti con Mild Cognitive Impairment (MCI), circa un terzo (32,7%) poteva teoricamente accedere al trattamento. Anche qui, i fattori di esclusione più frequenti erano un’età avanzata, un basso livello di istruzione, un punteggio elevato di compromissione cognitiva e l’assenza di un caregiver.
Più recentemente, due studi (Canu 2024; Logroscino 2025) hanno analizzato coorti di pazienti seguiti presso Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) in Puglia e Lombardia, applicando i criteri di appropriatezza d’uso proposti da esperti internazionali per aducanumab e lecanemab. In Lombardia, solo il 17% dei soggetti con evidenza biologica di malattia risultava eleggibile, mentre in Puglia la proporzione variava dal 3,4% al 9,5% a seconda dei criteri applicati. Un’analisi successiva sulla stessa coorte ha stimato un’eleggibilità di circa il 10% per l’anticorpo monoclonale donanemab (Urso 2025).
Un aspetto cruciale, raramente considerato in questi studi, riguarda il genotipo dell’apolipoproteina E (ApoE ε4), un fattore genetico che influisce sia sul rischio di sviluppare Alzheimer e che ha assunto un ruolo centrale nella somministrazione di questi farmaci in quanto associato ad un maggior rischio di eventi avversi, anche gravi. Infatti, l’Agenzia Europea dei Medicinali (European Medicines Agency, EMA) ha infatti raccomandato il trattamento con lecanemab e donanemab esclusivamente ai soggetti non portatori o portatori in eterozigosi di ApoE ε4, poiché gli omozigoti sono più esposti al rischio di eventi avversi, tra cui le ARIA (amyloid-related imaging abnormalities).
In sintesi, le analisi condotte finora indicano che in Italia solo una minoranza di persone con MCI o demenza lieve dovuti a malattia di Alzheimer afferenti ai CDCD sarebbe candidabile ai nuovi farmaci. Di fatto, la corretta identificazione dei pazienti candidati rimane un elemento imprescindibile per garantire appropriatezza d’uso di queste terapie. La selezione dei pazienti candidati al trattamento dovrà sempre accompagnarsi a una corretta valutazione della loro condizione clinica e delle preferenze individuali, nonché a un appropriato counselling genetico – da condurre da un genetista o da un medico esperto in demenze – elementi essenziali per una comunicazione chiara e condivisa sul rapporto beneficio/rischio di questi nuovi farmaci.
(Antonio Ancidoni)
Corsi/convegni e aggiornamenti dai siti web ImmiDem e Osservatorio Demenze
È ora disponibile il programma scientifico del XVIII Convegno “I Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze e la gestione integrata della demenza” che si terrà nei giorni 27 e 28 novembre 2025 a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità. Tutte le informazioni sono disponibili al seguente link.


