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Newsletter 5/2025

25 agosto 2025

NEWSLETTER DELL’OSSERVATORIO DEMENZE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ – n.5/2025

In questo quinto numero della Newsletter viene presentata l’attività in corso relativa alla riforma organica delle professioni sanitarie promossa dal Governo, che avrà importanti ripercussioni sull’organizzazione del futuro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pubblico. Per le persone con demenza, i loro familiari e i professionisti sanitari, l’auspicio è che tale riforma favorisca l’attuazione di politiche orientate all’appropriatezza degli interventi, promuovendo una concreta logica transdisciplinare capace di valorizzare tutte le competenze professionali presenti nel SSN.

Il secondo contributo è dedicato al progetto Immidem, un’attività di ricerca finanziata dal Ministero della Salute con l’obiettivo di approfondire il tema della demenza tra i migranti che vivono in Italia. Grazie a questo progetto, il nostro Paese si colloca in una posizione di avanguardia nel riconoscere e affrontare una delle sfide emergenti nel campo delle demenze. I dati raccolti saranno fondamentali per orientare future azioni di sanità pubblica mirate e inclusive.

Nella sezione dedicata all’aggiornamento sui lavori del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze 2024–2026, viene illustrata un’attività in corso della Linea strategica 5, focalizzata sulla sperimentazione e diffusione di trattamenti non farmacologici. In particolare, è attualmente in fase di svolgimento uno studio di outcome research sul trattamento cognitivo e motorio rivolto a persone con demenza lieve-moderata, condotto in 30 centri clinici distribuiti in cinque regioni italiane. Il tema è di grande rilevanza, anche alla luce delle limitate evidenze scientifiche finora disponibili in questo ambito. Dalla letteratura scientifica, si segnala un importante studio di popolazione sull’utilizzo dei biomarcatori plasmatici per predire l’insorgenza della demenza. Si tratta di una questione di forte attualità, non solo per il suo impatto scientifico, ma anche in relazione alle prossime decisioni di sanità pubblica. Infine, si segnala l’apertura della call per il XX Corso di Epidemiologia Clinica delle Demenze, che si terrà presso l’Istituto Superiore di Sanità dal 20 al 24 ottobre 2025.

(Nicola Vanacore)

1. Approfondimenti tematici – La riforma organica delle professioni sanitarie

La riforma organica delle professioni sanitarie coinvolge circa 1,5 milioni di professionisti suddivisi in 31 profili, e prevede la razionalizzazione e il possibile accorpamento di alcuni di essi per ridurre la frammentazione e le sovrapposizioni. Saranno aggiornati tutti i profili professionali attraverso una ridefinizione delle competenze core specifiche, ove necessario, e una ricognizione e definizione delle competenze comuni. È in sviluppo un dizionario nazionale delle competenze per facilitare la programmazione formativa e il riconoscimento dei ruoli. Si punta inoltre a valorizzare le competenze avanzate, e saranno istituiti nuovi percorsi di laurea magistrale specialistica clinica.

Altre misure riguardano il riassetto degli Ordini professionali: si prospetta il superamento degli Ordini provinciali a favore di strutture regionali, l’introduzione del voto elettronico nelle elezioni ordinistiche e la gestione associata di funzioni amministrative per migliorarne l’efficienza. Verrà riformata anche la Commissione Centrale Esercenti Professioni Sanitarie (CCEPS), con lo snellimento delle procedure disciplinari e l’istituzione di sezioni separate per le diverse professioni, così che le sanzioni degli Albi siano immediatamente esecutive. La riforma è incardinata in un disegno di legge delega collegato alla manovra di bilancio 2025. Tale delega legislativa – annunciata ufficialmente dal Ministro della Salute Orazio Schillaci il 10 aprile 2025, in occasione della presentazione dell’indagine conoscitiva parlamentare – mira a modificare e integrare la “Legge Lorenzin” (L. 3/2018). La XII Commissione Affari Sociali della Camera, dopo 62 audizioni tenute tra ottobre 2024 e febbraio 2025, ha approvato un documento conclusivo che traccia le linee guida della riforma. Il Governo ha confermato l’intenzione di vararla entro la fine del 2025. Alla base della riforma vi è la grave carenza di personale sanitario nel Servizio Sanitario Nazionale, accompagnata da una ridotta attrattività delle carriere sanitarie. Il Governo ha evidenziato come carichi di lavoro insostenibili, prospettive di crescita limitate e condizioni retributive poco competitive abbiano allontanato molti giovani da queste professioni e favorito la fuga dei professionisti all’estero. La riorganizzazione mira, dunque, a rendere le professioni sanitarie più attrattive e flessibili, adeguando le competenze ai nuovi bisogni di salute. È emersa inoltre la necessità di una maggiore flessibilità organizzativa: ridefinendo compiti e responsabilità, unitamente all’eventuale introduzione di forme di task shifting controllato (ridistribuzione di attività tra ruoli diversi), si auspica la creazione di team realmente inter e transdisciplinari, con una conseguente riduzione di errori e conflitti tra professionisti.

(Francesco Della Gatta)

2. Progetti e piani strategici – Il progetto Immidem

Immidem è un progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute, finalizzato a esplorare il tema della demenza nei migranti che vivono in Italia. Nei primi tre anni, il progetto ha prodotto le seguenti evidenze:

  • Il fenomeno della demenza nei migranti è in aumento nel nostro Paese. Sulla base di una survey nazionale, nel 2019, più di 4.500 migranti hanno fatto accesso ai CDCD e quasi 2.000 sono stati sottoposti a valutazione neuropsicologica. In circa un terzo dei centri partecipanti, era stato registrato un aumento delle prestazioni rivolte ai migranti nei cinque anni precedenti;

  • I CDCD sono ancora impreparati a fornire cure e presa in carico sensibili alle diversità culturali. Alcune possibili risorse come la presenza di mediatori culturali o interpreti o la disponibilità di materiale informativo sulle demenze tradotto in altre lingue, sono scarsamente rappresentate. Inoltre, la qualità della valutazione cognitiva rivolta ai migranti è diffusamente scarsa o insufficiente;

  • La demenza è verosimilmente sottostimata nelle popolazioni di migranti che vivono nel nostro Paese. Uno studio condotto utilizzando i dati dei Sistemi Informativi Sanitari regionali ha documentato una prevalenza della demenza significativamente più alta nelle persone nate in Italia rispetto ai migranti. Tali dati suggeriscono un quadro di sottodiagnosi piuttosto che profili di rischio più favorevoli nei migranti.

Giunto al secondo triennio di attività, Immidem sta perseguendo i seguenti obiettivi:

  • Descrivere le caratteristiche, l’accesso alle risorse sanitarie, e gli outcome di salute dei migranti con demenza residenti in Italia;

  • Rendere disponibili strumenti per la valutazione cognitiva cross-culturale delle persone migranti.

  • Aumentare la consapevolezza e l'alfabetizzazione sanitaria sulla demenza in individui culturalmente diversi e formare gli operatori sanitari sui disturbi cognitivi in queste popolazioni.

Maggiori informazioni sul razionale, la metodologia, e i risultati di Immidem possono essere reperiti sul sito web del progetto.

(Marco Canevelli)

3. Notizie dal Fondo Alzheimer e Demenze 2024-26 – Studio di outcome research su un trattamento combinato di terapia di stimolazione cognitiva e motoria in pazienti con Disturbo Neurocognitivo Maggiore lieve-moderato

Nell’ambito della Linea Strategica 5 del Fondo per l’Alzheimer e Demenze 2024–2026, l’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità è co-principal investigator di uno studio di outcome research coordinato dalle Regioni Liguria e Piemonte. Partecipano inoltre le Regioni Umbria, Sardegna e la Provincia Autonoma di Bolzano, per un totale di 30 centri clinici coinvolti.

Lo studio si colloca in continuità con il precedente Fondo per l’Alzheimer e Demenze 2021–2023, in cui Liguria e Piemonte avevano somministrato un trattamento combinato di stimolazione cognitiva e motoria a persone con Disturbo Neurocognitivo Maggiore (DNCM) lieve-moderato, ottenendo risultati promettenti.

L’obiettivo del nuovo progetto è valutare l’efficacia e la sicurezza di un intervento combinato di gruppo in 470 pazienti con DNCM lieve-moderato. Il protocollo prevede l’erogazione di una terapia di stimolazione cognitiva secondo il metodo di Spector e un protocollo di stimolazione motoria sviluppato dai fisioterapisti Margherita Lazzarino e Giacomo Servidei (Regione Liguria). Le sessioni, della durata di due ore ciascuna, si svolgeranno due volte a settimana per sette settimane, seguendo lo schema di Spector et al.

Le valutazioni cliniche e neuropsicologiche saranno effettuate a baseline, alla settima settimana (post-trattamento) e alla quattordicesima settimana (follow-up). Il co-endpoint primario è rappresentato da una misura del funzionamento cognitivo globale (Mini Mental State Examination, MMSE) e da una misura del rischio di caduta (Timed Up and Go test). Sarà condotta un’analisi per responder, definendo come tali i partecipanti che miglioreranno di almeno 2.32 punti al MMSE e che mostreranno una contestuale riduzione del rischio di caduta dopo sette settimane. Gli endpoint secondari includono ulteriori scale cognitive, motorie, funzionali e comportamentali, oltre alla valutazione del consumo dei farmaci e del carico assistenziale dei caregiver.

I risultati, attesi entro luglio 2027, potranno offrire evidenze utili all’implementazione del trattamento combinato di stimolazione cognitiva e motoria nella pratica clinica.

(Francesco Sciancalepore)

4. News dalla letteratura scientifica – Il ruolo dei biomarcatori plasmatici nel predire l’incidenza della demenza nella popolazione generale sana

In uno studio longitudinale pubblicato su Nature Medicine nel giugno 2025 da Grande et al., è stato valutato il valore predittivo di sei biomarcatori plasmatici — il rapporto tra amiloide-β 42 e amiloide-β 40; i livelli di tau fosforilata in T217 (p-tau217) e in T181 (p-tau181); la tau totale; la catena leggera del neurofilamento (NfL); e la proteina acida fibrillare gliale (GFAP) — nell’individuare casi di demenza in una coorte di 2.148 anziani svedesi senza demenza, seguiti con una mediana di 10,2 anni. Durante il periodo di follow-up sono stati identificati 364 casi di demenza, diagnosticati secondo i criteri clinici del DSM-IV; di questi, 212 (58%) hanno ricevuto una diagnosi di demenza di Alzheimer secondo i criteri NINCDS-ADRDA.

Le analisi statistiche hanno mostrato che livelli basali elevati di p-tau181, p-tau217, NfL e GFAP erano associati a un rischio significativamente aumentato di demenza per tutte le cause e di demenza di Alzheimer, con una relazione dose-risposta non lineare. In particolare, concentrazioni elevate di p-tau181, p-tau217, NfL e GFAP hanno mostrato una buona capacità predittiva per la comparsa di demenza a 10 anni, sia per tutte le cause sia per la demenza di Alzheimer, con un’area sotto la curva (AUC) compresa tra il 70,9% e l'82,6%. I valori predittivi negativi (VPN) erano superiori al 90%, mentre i valori predittivi positivi (VPP) risultavano bassi. La combinazione di p-tau217 con NfL o GFAP ha ulteriormente migliorato la capacità predittiva, con VPP che hanno raggiunto il 43%. Lo studio documenta come il passaggio da un’analisi a livello di gruppo (con hazard ratio positivi e statisticamente significativi) a un approccio di tipo individuale, basato sui parametri dell’epidemiologia clinica (sensibilità, specificità, VPP e VPN), metta in luce la criticità del valore predittivo positivo, che, anche nella combinazione migliore di biomarcatori, non supera la soglia del 50%.

I risultati si inseriscono nel dibattito in corso nella comunità scientifica sul possibile impiego dei biomarcatori plasmatici nello screening di popolazione — almeno nelle fasi iniziali — e, più in generale, sul rapporto tra le informazioni biologiche e quelle cliniche nel delineare la traiettoria che distingue un individuo sano da uno con alterazioni cognitive.

(Nicola Vanacore)

5. Corsi/convegni e aggiornamenti dai siti web Immidem e Osservatorio Demenze - XX Corso “Epidemiologia clinica delle demenze”

Vi ricordiamo che sono aperte le iscrizioni al XX Corso “Epidemiologia clinica delle demenze” che si terrà a Roma dal 20 al 24 ottobre 2025. L’iscrizione al corso può essere inviata tramite procedura on-line disponibile a questo link entro il 22 settembre 2025.

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