Il fenomeno dei migranti con demenza

Negli ultimi anni le osservazioni cliniche hanno riscontrato un fenomeno in crescita che ha bisogno di un’analisi più approfondita: parliamo del numero sempre più crescente dei migranti con demenza. 

Sempre più persone che hanno lasciato il proprio Paese, si rivolgono negli ambulatori italiani e nei centri per la valutazione e il trattamento di disturbi cognitivi; questo fenomeno è supportato dai dati raccolti nel nostro Paese ma anche in altre nazioni europee che testimoniano infatti un progressivo invecchiamento sia della popolazione nativa, sia di quelle migrate in Italia.

 

Le migrazioni nel mondo: i numeri

Le Nazioni Unite stimano che in questo momento, nel mondo, circa un miliardo di persone è in movimento attraverso o all’interno dei confini nazionali e sono più di 250 milioni gli individui che oggi vivono in una nazione diversa da quella di nascita, chiamati “migranti internazionali”. 

Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2021 sono 5.171.894, rappresentano l'8,7% della popolazione residente e il numero di migranti al di sopra dei 60 anni equivale a circa il 12% del totale della popolazione migrante. 

Si calcola, inoltre, che già nel 2018 in Europa circa 500mila casi di demenza e 700mila casi di decadimento cognitivo lieve, fossero a carico di persone con una storia di migrazione. In Italia la stima è di circa 50 mila migranti affetti da disturbi cognitivi e demenza. Il progressivo invecchiamento della popolazione migrante comporta un cambiamento nei bisogni di salute che sarà sempre più esposta a condizioni patologiche legate all’età, prima quasi completamente esclusive di chi è nato nel proprio Paese, come le demenze.

 

Come affrontare il problema?

Per osservare e affrontare correttamente il fenomeno dei migranti con demenza, è necessario innanzitutto un approccio culturalmente sensibile e consapevole e successivamente orientarsi verso buone pratiche, strumenti e percorsi pensati in maniera cross-culturale. È importante arricchire questo contesto attraverso una prospettiva di sanità pubblica e globale, culturalmente e sostanzialmente sensibile alle diversità. Ad esempio, un approccio cross-culturale alla diagnosi e al trattamento dei disturbi cognitivi è un obiettivo necessario per migliorare l’assistenza di tutti i pazienti coinvolti, a prescindere dal loro luogo di nascita. 

Sono molti e diversi i fattori che possono influenzare lo stato di salute del migrante, come:

  • i dati di popolazione: età, sesso; 
  • lo status socio-economico: il livello di istruzione, l'occupazione, il reddito, accesso alle cure;
  • l’esperienza migratoria: durata, motivazione e supporto.

La barriera linguistica e la diversità culturale possono complicare l’approccio clinico e assistenziale ma anche i fattori etnici e culturali possono distorcere la valutazione neuropsicologica del paziente che ha una storia di migrazione.

Il Global Action Plan on Dementia, diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, descrive ed evidenzia la necessità di quantificare e caratterizzare il problema dei disturbi cognitivi nei migranti e nelle minoranze etniche e di adottare politiche sanitarie adeguate, incentrate su una visione sensibile alle diversità. L’obiettivo è di abbracciare le necessità delle persone vulnerabili, dei loro caregiver, della comunità che li assiste e dei loro medici e operatori sanitari di riferimento.

 

Il progetto Immidem per fronteggiare il fenomeno

Il progetto Immidem, finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e l’Immidem Study Group, si propone di: 

  • studiare e descrivere il fenomeno dei migranti con demenza, stimandone i numeri, individuando criticità e barriere e trovando risorse per fronteggiarlo; 
  • comprendere quale sia allo stato attuale la capacità di assistenza sanitaria verso questo segmento di popolazione e la disponibilità di approcci clinici e strumenti di diagnosi appropriati;
  • identificare e promuovere percorsi sanitari dedicati e buone pratiche cliniche, a livello nazionale e locale, dedicati ai migranti affetti da demenza e disturbi cognitivi. 

Se vuoi approfondire visita il sito https://immidem.it/