Che cosa sono il Disturbo Neurocognitivo Minore e il MCI
La Demenza di Alzheimer, come altre forme di demenza, è caratterizzata da un periodo in cui compaiono delle difficoltà in alcuni domini come la memoria o altre funzioni cognitive senza però alterare l’autonomia della persona. Questa condizione è definita dai criteri del DSM V con il nome di Disturbo Neurocognitivo Minore.
Altri criteri diagnostici, quelli del NIA-AA del 2011, definiscono il costrutto del MCI (Mild Cognitive Impairment), ad indicare una condizione clinica di deficit cognitivo lieve in cui resta integra l’autosufficienza della persona nelle attività della vita. È importante sottolineare che questa condizione, che deve essere opportunamente diagnosticata dallo specialista, non necessariamente avrà una progressione a demenza: in una considerevole percentuale di casi i sintomi possono infatti regredire e in alcuni casi restano stabili a lungo. Solo una percentuale dunque di persone con MCI svilupperà nel tempo demenza.
La diagnosi di DN Minore e di MCI prevede, secondo i criteri clinici internazionali, che siano rispettate alcune condizioni:
- la preoccupazione, espressa dal paziente o da un suo familiare, per un cambiamento delle funzioni cognitive rispetto al passato
- la compromissione in uno o più domini cognitivi, superiori a quelle previste per l'età e il livello di istruzione del paziente.
- Autonomie personali e strumentali conservate. Le alterazioni cognitive devono essere infatti sufficientemente lievi da non comportare una compromissione del funzionamento sociale o lavorativo.
Per soddisfare i criteri clinici fondamentali per l'MCI è necessario escludere altre malattie sistemiche o cerebrali in grado di spiegare il declino cognitivo (malattie metaboliche, vascolari, ecc.).