Demenze

Definizione di Demenza e Disturbo Neurocognitivo

Definizione

 

Il termine demenza indica una condizione clinica acquisita caratterizzata da declino progressivo delle funzioni cognitive quali memoria, attenzione, abilità visuo-spaziali, funzioni esecutive, linguaggio ed associarsi a disturbi psico-comportamentali. Un quadro di demenza può essere sostenuto da diverse patologie che, sulla base di specifici criteri diagnostici, vengono inquadrate in entità nosologiche differenti, caratterizzate da diversa combinazione di sintomi. Le caratteristiche diagnostiche specifiche per ciascuno dei sottotipi sono riportate nelle relative sezioni.

La demenza interferisce progressivamente con la capacità critica e di giudizio della persona, rendendola incapace di gestire autonomamente le più comuni attività della propria vita, coinvolgendo direttamente i suoi familiari e influenzando affetti e relazioni sociali. Rappresenta dunque una delle principali cause di disabilità.

La diagnosi di demenza è fondamentalmente clinica, sostenuta da approfonditi esami neuropsicologici e fondata su criteri diagnostici internazionali riconosciuti, con il supporto di indagini neuroradiologiche e bioumorali.

Il DSM V (American Psychiatric Association DSM-5-TR) ha introdotto modificazioni terminologiche e nosologiche sostituendo il termine “demenza” e introducendo la definizione di Disturbo Neurocognitivo (Neurocognitive Disorder-NCD), distinto in un Disturbo Neurocognitivo Minore (Minor NCD) e un Disturbo Neurocognitivo Maggiore (Major NCD). Questa variazione nella denominazione viene inoltre accompagnata da modificazione dei criteri clinici che definiscono i due quadri.

Si identifica un DN Maggiore quando si rileva un significativo declino cognitivo rispetto a un precedente livello di prestazioni in uno o più domini cognitivi (nella precedente versione DSM IV si parlava di 2 o più domini). La individuazione del deficit si basa su quanto la persona stessa riferisce, sulle informazioni di un familiare o conoscente visino alla persona, o del clinico che ha verificato un declino significativo delle funzioni cognitive. Le prestazioni cognitive compromesse sono preferibilmente documentate da test neuropsicologici standardizzati o, in assenza di questi, da un'altra valutazione clinica quantificata. I deficit cognitivi nel caso del DN Maggiore interferiscono con l'indipendenza nelle attività quotidiane. La diagnosi di quale sottotipo di disturbo neurocognitivo si tratti è poi supportata da criteri diagnostici specifici per ogni forma (vedi quadri di demenza).

La diagnosi di DN Minore configura un iniziale lieve disturbo cognitivo che si fonda sulla presenza di modesto declino cognitivo in uno o più aspetti cognitivi. Questo aspetto può essere paragonato, ma non è completamente sovrapponibile, al costrutto del Mild Cognitive Impairment (MCI), definizione presente nei criteri diagnostici del NIA-AA. L’individuazione del disturbo cognitivo che porta alla diagnosi di DN Minore deve essere documentata da test neuropsicologici standardizzati o, in assenza di questi, da un'altra valutazione clinica quantificata. I deficit cognitivi del DN Minore non interferiscono con la capacità di autonomia nelle attività quotidiane che appaiono conservate, anche se può essere richiesto alla persona uno sforzo maggiore e strategie di compensazione o di adattamento.

In entrambi i casi (DN Maggiore e DN Minore) va escluso che i deficit cognitivi, soprattutto in occasione di una nuova diagnosi, si presentino esclusivamente nel contesto di un delirium.