Pazienti migranti e demenze

Una società sempre più eterogenea dal punto di vista etnico, linguistico e culturale si riflette in quella porzione di popolazione che si rivolge ai professionisti degli ambulatori di neurologia, i quali dovranno tener conto delle etnie e origini culturali differenti nelle fasi di valutazione cognitiva e presa in carico del paziente.

Si consiglia di avviare il processo di valutazione cognitiva per i pazienti migranti, in presenza dei familiari che avrebbero il ruolo di interpreti informali. La figura del coniuge, che potrebbe avere le stesse barriere linguistiche del paziente o dei figli che potrebbero averne meno o essere meglio integrati, possono rivelarsi fondamentali nelle descrizioni dei cambiamenti delle abitudini quotidiane del paziente.

Questa modalità però rischierebbe di escludere il paziente dalla conversazione, di falsare le traduzioni della terminologia medica, di oscurare i modelli esplicativi del paziente e complicare la valutazione del livello di intuizione. 

 

L’Interprete formale 

Tutto questo potrebbe essere ovviato dal ruolo dell’interprete formale, infatti sarebbe importante investire nella formazione specifica di queste figure oltre che di stabilire linee guida per lavorare in team con gli interpreti e i mediatori culturali durante la valutazione neuropsicologica. 

La valutazione cognitiva per i pazienti migranti è una fase comunque delicata e fondamentale; per ottenere informazioni dettagliate e complete sono previste delle fasi di conduzione quali l’ascolto, l’accoglienza e il tempo dedicato, per definire bene e liberamente il motivo che li ha condotti in un ambulatorio di neurologia e per raccogliere informazioni su aspetti specifici quali i cambiamenti osservati, il livello di istruzione, la composizione familiare e il tipo di relazioni in essa, la storia e i motivi della migrazione e il livello di alfabetizzazione sanitaria per comprendere la capacità che ha il paziente o i suoi familiari di recepire le indicazioni e le informazioni che riguardano il suo stato di salute.

Un altro importante messaggio da veicolare ai pazienti migranti e ai loro familiari è che i sintomi di decadimento cognitivo sono supportati in Italia da un sistema socio-sanitario che sostiene e cura le persone con demenza anche attraverso l’aiuto ai familiari, a tal fine è importante il supporto e la conduzione nei percorsi assistenziali e l’accesso ai percorsi di cura per tutelare le aspettative del paziente migrante una volta identificati chiaramente i bisogni di quella persona che presenta sintomi di decadimento cognitivo.

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